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Paziente e sano


di Accogliente
16.11.2021    |    14.368    |    12 9.4
"Scommetto che nella mia mano non mi fa congiungere il pollice con l'indice..."
Oggi ho proprio una giornata impegnativa... Dopo due ore di sala operatoria devo ancora ricevere tre visite specialistiche prima della pausa pranzo. Si tratta per lo più di pazienti che già conosco che vengono per un followup dopo operazioni delicate. Il terzo invece non lo conosco, lo mandano dalla centrale di prenotazione per uno spazio che avevo lasciato libero. Speriamo non sia una cosa pesante.
Sono un urologo di un noto ospedale che tratta malati oncologici. Vedo di tutto, spesso anche persone spacciate e non vi dico la soddisfazione di poterle aiutare e salvare in alcuni casi.
Mi sono svegliato piuttosto nervoso, soprattutto per la preoccupazione che mi dava l'intervento delicato che dovevo affrontare in mattinata e che per fortuna si è concluso bene, ma anche perché erano ormai due settimane che mi occupavo dei cazzi degli altri trascurando completamente il mio. Avevo bisogno di un poco di evasione e forse dopo la pausa pranzo avrei potuto uscire prima visto che non avevo più impegni programmati.
Sono un bel ragazzo sulla quarantina, biondo e abbastanza robusto. Non mi curo molto ma per fortuna con una buona alimentazione il mio corpo mi accompagna bene anche se dovrei fare un poco più di sport. Andare qualche volta in piscina mi rilassa ma non basta, ci vorrebbe un po' di palestra o di attività all'aria aperta per tonificare le mie gambe che un tempo erano ammirate da tutti i miei amanti.
Ho scelto questo lavoro perché mi piacevano gli uomini ben consapevole che avrei finito per nausearmene. In effetti ne ho visti di ogni foggia e dimensione e non provo più curiosità di fronte ad un pene, ma l'eccitazione maschile resta una delle più intriganti della natura e non smette mai di stupirmi e di attirarmi. Naturalmente tengo distinto il lavoro e il piacere personale, nel primo caso vedo falli eccitati artificialmente mentre nel secondo viene coinvolta anche la mente e tutto si fa più interessante e divertente. Devo dire che anche sul lavoro a volte vedo dei cazzi bellissimi e ne resto ammirato.
La mattinata scorre lenta e faticosa, i due pazienti, per fortuna, si liberano velocemente anche perché il decorso va tutto bene. Uno dei due addirittura mi ha detto che ha ripreso una vita sessuale soddisfacente anche grazie alle "pasticche" che gli ho prescritto.
Arriva il terzo si chiama Marco sulla cinquantina, sembra venga solo per un controllo alla prostata.
Entra, un bell'uomo alto circa 180, curato. La barba sale pepe e i capelli castani che forse un tempo avevano qualche riflesso rosso in più. Lo faccio entrare, lui e' sudato, fa molto caldo fuori, dev'essere appena arrivato, indossa una maglietta bianca, dei jeans e scarpe di gomma, molto semplice ma di bella presenza. Gli chiedo il motivo della visita per una breve anamnesi. Lui mi dice che si tratta di un controllo che ogni tanto vuole eseguire per sentirsi tranquillo. Sulle prime mi innervosisco, un tipo precisino che ritarda la mia pausa pranzo per "sentirsi sicuro". Con un poco di stizza gli dico che questa e' una struttura specialistica oncologica e che dovrebbe prenotare in altre strutture le visite di controllo. Lui mi guarda intimidito, prova come a scusarsi ma lo interrompo e gli dico di alzarsi e togliere i pantaloni e le mutande.
Lui si siede, toglie le scarpe e lentamente anche i pantaloni, poi si alza mi guarda come per chiedere il consenso e si abbassa per togliersi le mutande. Io osservavo la sua lentezza spazientito, pensando alla mia pausa pranzo.
Nel rialzarsi tiene le gambe strette e una postura impacciata, io finisco di compilare la scheda delle visite sul computer e lo invito a sdraiarsi sul lettino mentre mi accorgo che cerca di minimizzare il suo pene che senza intervento alcuno resta visibilmente barzotto. Sulle prime non ci faccio nemmeno caso, sono molto professionale e di situazioni così ne ho viste da non farci nemmeno caso, anche se per mia scelta non ho mai rinunciato ad ammirare falli di ottima fattura. Forse questo era un caso da non sottovalutare e quindi ho abbassato gli occhi per osservare meglio quell'oggetto tanto ingombrante. Il mio sguardo sul suo pene ha creato come un vuoto nella stanza e lui imbarazzato ha provato a stemperare la situazione tirandoselo verso il basso con la mano e uscendosene con una battuta tipo "mi scusi, non sono mai riuscito a tenerlo, fa sempre quello che vuole il bischero!".
Ma lo stimolo della mano gli aveva fatto partire una prorompente erezione che con fatica nascondeva stringendoselo sempre più forte. Una erezione, forse frutto di qualche pastiglietta che il signorino, ormai non più giovanissimo, aveva preso di recente per divertirsi un poco... E alla fine fa divertire anche me!
Lo rassicuro, gli dico che non c'e' nessun problema, che può capitare e lo invito a sedersi sul lettino. Per farlo e' obbligato a usare le mani e quindi ecco il suo uccello sprangarsi fuori esibendo un'erezione incontrollata che vibrava ad ogni suo movimento. Era uno spettacolo guardarlo, non capivo se era imbarazzato o stesse prevalendo una componente di esibizionismo che mi vedeva suo involontario complice.
Gli spiego che devo sondare la prostata e lo invito a sdraiarsi con le gambe reclinate. Intanto metto i guanti e mi lubrifico le dita, lui si sdraia e vedo la sua cappella ancora turgida e lucida dall'eccitazione. Il prepuzio non arriva a ricoprirla tutta, ne resta fuori più della metà, la osservo ancora qualche secondo mentre mi dirigo verso di lui e vedo che il glande sfrega sul cotone della t-shirt appoggiandosi all'altezza del suo ombelico. Uno spettacolo al quale fatico ormai a rimanere indifferente. Si trattava di un uccello di almeno 18 cm ben grosso in circonferenza con delle venature omogenee su tutta l'asta e una vena peniena ben piazzata. Scommetto che nella mia mano non mi fa congiungere il pollice con l'indice...

Di uomini che si eccitano ne ho visti molti, ma devo riconoscere che ho davanti un esemplare che raramente si incontra.
A questo punto la pausa pranzo è decisamente scivolata in secondo piano.
Procedo con la ispezione e infilo il dito con rapidità nello sfintere, anche per evitare fraintendimenti in quella situazione che poteva essere imbarazzante per il paziente. Temevo anche che potesse eiaculare vista la grande eccitazione. Invece lui non ha dato alcun riscontro, tasto bene la prostata, era leggermente gonfia ma era normale per la sua età, a questo punto la massaggio un poco per vedere se l'eccitazione si tramutava in orgasmo, ma il paziente non rispondeva.

Durante l'ispezione anale ero posizionato con il viso sopra il suo pene che, nonostante lui non manifestasse alcuna forma di godimento, continuava a pulsare pieno di sangue. Sentivo chiaramente il sudore di cui era impregnato che si inalava nelle mie narici e depositava un odorato di urina e sperma che forse era rimasto nonostante un frettoloso lavaggio. La mia testa si svuota e si riempie di quelle fragranze e il cuore comincia a battere forte. Ne ero ipnotizzato. Per uscirne feci un sospiro profondo, durante il quale sentii il mio membro distendersi dentro i boxer e chiedere di essere liberato. Naturalmente non faccio trasparire alcuna emozione, mi godo quel piccolo istante furtivo consapevole di aver già esagerato. Del resto, se paziente si presenta con il cazzo duro... potrò permettermi una erezione nei boxer senza farmi vedere?!!!
Estraggo il dito da suo culo e prima di congedarmi, con l'altra mano, gli prendo quel magnifico pisello ancora grosso anche se non era più turgido come prima. Gli scorro le dita sulla cappella e la scopro leggermente poi impugno il tronco e ho conferma che non riesco a congiungere il pollice all'indice per le grosse dimensioni, poi lo scappello e lo richiudo, lo palpeggio ancora un poco e gli dico che anche l'uccello va benissimo anche se in effetti non era l'oggetto della visita.

Gli spiego che la prostata e' ingrossata ma nella norma, vedo che il PSA è regolare e quindi lo rassicuro. Va tutto bene. Poi però non resisto e mi invento qualcosa per trattenere quel magnifico uccello.
Gli dico che sto' facendo degli studi per valutare la condizione della prostata negli uomini che mantengono a lungo l'erezione. In particolare gli propongo se si vuole prestare per un esperimento in cui osservo il comportamento della prostata durante una fase di inibizione della eiaculazione ripetuta per almeno due volte per poi esaminarla durante l'effettiva eiaculazione. Gli spiego che mi è difficile trovare volontari e che lui mi e' sembrato un soggetto adatto... Anche per come si è presentato aggiungo ridendo.
Lui resta un poco stranito e serio. Dopo alcuni secondi di silenzio aggiungo che l'osservazione avviene come prima, con il dito.
Lui forse finge disinteresse ma alla fine accetta.

Gli dico che sono disponibile a farlo anche subito, e aggiungo che nella pausa pranzo lì non ci sarebbe stato nessuno e che potevano stare tranquilli mentre lui si masturbava. Lui risponde che va bene, che è meglio fare subito.
Gli dico che lo avrei aiutato se necessario, si tratta di un esperimento da fare guidati per ottenere i migliori risultati. Lui rifiuta dei porno e dice che preferisce fare senza. Gli spiego che la prostata di chi si trattiene molte volte secondo i miei studi resta allenata e quindi meno esposta a rischi di deperimento. Lui resta perplesso ma si siede sul lettino e mi guarda. Io gli dico che può pure iniziare poi sarei intervenuto io a effettuare i test al momento giusto. Ma soprattutto gli dico di non esitare a chiedere il mio aiuto.
"Io comincio" dice lui, e aggiunge "finalmente!". Io gli sorrido e vedo il suo uccello, che era ormai duro da venti minuti, che inizia ad essere stantuffato dalla sua mano. Io mi godo lo spettacolo e non vedo l'ora di poter tirare fuori anche il mio uccello che sta esplodendo nei pantaloni.
Intanto preparo il guanto e il lubrificante e comincio a guidarlo. Inizio a dirgli che l'esperimento deve durare almeno mezz'ora e quindi non deve eiaculare per questo tempo. Gli spiego anche che in questo tempo deve cercare di arrivare all'apice dell'orgasmo almeno due volte ma poi doveva assolutamente trattenersi.

Poi resto in silenzio e cerco di ignorarlo per vedere come se la cava da solo. Lui continua quasi senza emozioni, si guarda in giro. Scorre tutta l'asta con un gesto non troppo veloce. Continua senza cambiare ritmo e sembra annoiarsi. In effetti vedo che l'uccello perde consistenza e lui continua a stantuffarlo facendo sbattere i coglioni su e giù. Io sto ad ammirarlo e sono sempre più eccitato, l'idea di infilargli il dito nel buchetto mi alletta. Forse anche lui sta aspettando questo momento.
Gli dico che devo segnare i tempi e le risposte che rilevo della prostata: pulsazioni, dimensione, ecc... ma che devo evitare di anticipare la eiaculazione poiché le dita sulla prostata avvicinano l'orgasmo.
Lui continua imperterrito. Io gli chiedo come va? e lui mi risponde con una smorfia in segno affermativo. Poi lascia l'impugnatura e mi brandisce l'uccello mentre la cappella si ingrossa diventando rossa e lucida. Gli dico di controllare l'orgasmo che c'e' ancora tempo. Lui mi dice che non c'è problema, che di solito resiste a lungo e c'e' ancora molta strada da fare.
Mi complimento per il suo membro. Gli dico che non ne vedo spesso di così belli. Lui sorride e continua con la sua sega. Aggiungo anche che sono molto eccitato e gli chiedo se posso spogliarmi anche io, ma specifico che l'esperimento e' molto serio e lo faccio solo per condividere la circostanza. Lui annuisce e sembra contento di vedermi nudo. Almeno a giudicare dalle dimensioni che assume il suo uccello. Io finalmente mi posso toccare il membro. Gli confesso che avevo bisogno anche io di masturbarmi, che non lo facevo da due settimane. Lui fa una smorfia e mi confida che si è masturbato anche ieri. Io mi tocco appena il mio arnese anche perché il solo spettacolo mi fa trasalire. Gli confesso allora che sono molto eccitato e in questo momento mi basterebbero pochi colpi per sborrare di gusto. Quindi per ora resto nudo ma mi masturbo molto poco. Voglio aspettarlo. Lui continua a menarselo senza tregua e sembra goderselo molto. A questo punto gli avvicino piano il dito allo sfintere e vedo che si eccita al punto da rallentare la mano, capisco che le cose stanno prendendo la piega giusta e che e' ora di controllare il suo buchetto per poi stroncare l'orgasmo. Lui comincia a godere e il mio dito sta massaggiando bene la prostata che si fa sempre più turgida. Gli dico di rallentare e di fermarsi se necessario. Lui si confonde un poco e vedo che sta per sborrare. Ferma la mano ma continua a stringersi quel magnifico palo, facendolo pulsare di piacere. Allora gli tolgo la mano dall'uccello e il mio gesto brusco riesce a salvare la situazione. Solo qualche contrazione ma poi tutto torna a come era prima. Tranne una gran voglia di sborrare che è venuta anche a me. Bravo! Gli dico. Sei un grande! Lui tira un sospiro e io riprendo a massaggiargli il culo. Lui apre bene le gambe lascia la mia mano lavorare dentro poi riprende a menarselo freneticamente, temo che voglia sborrare perché non ce la fa più! Invece si porta di nuovo sull'orlo dell'orgasmo e si ferma per tempo.
Le convulsioni le ho sentite bene, è stato molto bravo a fermarsi, doveva scopare anche un gran bene. Mentre penso queste cose vedo che sulla sua cappella sono spuntate delle perle di sperma che timidamente scorrono sul frenulo e scompaiono nella mano che le porta a lubrificare tutti pezzi di quel gran pezzo di carne che sta lavorando come una macchina perfetta.
Io sono al settimo cielo nel vedere quel bel manzo godere infoiato sotto la mia guida. Mi complimento ancora e lui si compiace, ma soprattutto comincia a godere senza freni. Io fingo di segnare dei tempi e il numero delle convulsioni ma comincio a perdere il controllo e voglio solo poter leccare quell'oggetto perfetto. Lui mi guarda trasognato. Comincia ad essere stanco. Prende fiato. Il respiro si fa profondo e il sudore impregna la stanza e la sua maglietta. Gli dico di toglierla. Lui contrae gli addominali e si alza per togliersi la maglia mentre le mie dita rimaste sotto affondano sempre più nel suo culo. Il petto e' bellissimo, ricoperto da una peluria bionda che contorna due bellissimi capezzoli che già intravvedevo sotto la maglia. Poi si ributta giù e riprende a menarselo con l'ossessione di arrivare all'orgasmo. Io intervengo perché lo vedo troppo infoiato. Approfitto per interrompere l'eccitantissima sega e introdurre il pompino.
"Posso aiutarti con la mia bocca così ti rilassi un attimo?" gli dico, e lui mi porge il suo cazzo ancora grondante di precum e per niente deciso a darsi una calmata.
Io mi avvicino lentamente, lo annuso e lo lecco con la lingua lungo tutta l'asta, poi lo bacio in tre, quattro punti. Non mi sembra vero! Ora quel bel cazzone entra fino in fondo alla mia gola e lo avvolgo tutto con la bocca, che rimane spalancata, per far posto a tutto quel bel pezzo di carne. Il sapore del liquido che lo appiccica fin dalla punta del glande e quell'odore di orina che ancora si sente nel naso mi mandano in fusione totale. Cerco di muovermi lento ma non riesco a distogliere la mano mio cazzo che nel frattempo ha cominciato a esigere la sua dose di piacere. Lo stringo e mi viene voglia di sborrare. Non resisterò ancora a lungo.
Fermo la mia mano! Mi infilo ancora quel boccone in fondo alla gola e lo succhio avidamente, sento che anche Marco sta per esondare ma non voglio e provo a fermare la macchina ancora una volta.
"Giuro l'ultima volta" gli dico mentre ci guardiamo compiaciuti del reciproco piacere. Il suo uccello rimasto come un palo conficcato nella mia mano stretta e immobile, sgorga liquido trasparente e denso. Pulsa minaccioso, come un vulcano che sta per eruttare. Marco trattiene il fiato e poi riprende a respirare. La sborra e' salva, ancora tutta nei suoi coglioni. Ma la prossima volta non si potrà più fermare e io non vedo l'ora di vederlo libero di schizzare.
"Ora tocca di nuovo a te!" gli dico, "io mi concentro da dietro con il dito" Lui annuisce e sorride soddisfatto. Era ormai più di mezz'ora che ci pompavamo i cazzi. Io ero esausto e anche Marco non riusciva più a scegliere se continuare o fermarsi. Solo la gran voglia di sborrare gli dava le energie per riprendere la sega.
Così impugna il suo cazzone e lo stantuffa, dapprima lentamente per poi aumentare lentamente il ritmo fino a menarselo con foga contraendo i muscoli per godere sempre di più. Io cambio posizione e mi alzo in piedi per riuscire a premere meglio sulla prostata. L'idea di infilarci il mio cazzo in quel magnifico culetto mi faceva trasalire. Ma non era nei patti anche se mi bastava pensarlo per mandarmi fuori di testa.
Marco era intento a risalire la china del piacere e teneva fede al suo impegno. Ad un certo punto vedo che fissa il mio cazzo che nel frattempo avevo ripreso a menare con energia. Forse vuole farsene qualcosa, quindi io lo lascio libero per qualche secondo.
"Ho un bel cazzo anche io, devo dire che mi ha dato tante soddisfazioni. Provalo se vuoi." E Marco allunga il braccio e comincia a menarmelo. Era un poco scomodo con la mano ma se la cavava bene e io sarei venuto in poco tempo in quella situazione eccitantissima. Così per farglielo capire ho cominciato a premere e massaggiare con foga la prostata procurandogli un godimento aggiuntivo. Era pronto per sborrare e anche io ormai ero in pieno orgasmo. Fissando il suo cazzo duro come un bastone inizio a bagnare col mio sperma la sua mano e godo come raramente mi capita. Guardo il suo cazzone e lo sogno anche dentro al mio culo. Le mie dita dentro al suo ricambiano il favore con due colpetti che fanno schizzare il nettare di Marco in verticale, rimango stupito a guardare la sua fontana di sborra arrivare per tutto il lettino e anche sulla scrivania. Almeno tre fiotti hanno superato il metro di altezza, poi le contrazioni continuavano e le colate di sborra lentamente scendevano sul fianco del suo addome, dove si era formato un piccolo lago.
Io a quella vista non ho resistito e mi sono chinato a leccare un poco di quel nettare, non era difficile ce n'era dappertutto. Lui capita la mia intenzione mi porge il suo cazzo ancora duro e me lo lascia leccare dolcemente. Era una situazione così spontanea e così eccitante. Resto ancora qualche istante con il suo uccello in bocca per aasaporare le ultime gocce di sperma che fuoriescono. Lui capisce e con le dita si stringe lungo l'asta rimasta fuori dalla bocca come per iniettarmi l'ultimo suo nettare. Poi mi alzo, ci guardiamo, gli sorrido soddisfatto e gli dico: Esperimento riuscito! Anche lui sorride. Poi aggiunge "ho detto che era poco docile! Ogni tanto schizza di brutto, dovevo avvertirti prima, anche se ad un certo punto non ho più capito niente era un orgasmo continuo. Bell'esperimento comunque. Mi sono divertito moltissimo." Poi aggiunge "sai la masturbazione la pratico da sempre, ancora oggi mi dedico a delle seghe di due o tre ore senza sborrare. Se e' come dici tu... camperò cent'anni!".
Certamente non fa male, gli dico, in effetti si vedeva che eri un paziente evoluto, il test e' andato bene e se vuoi tornare mi interesserebbe anche trovare qualcuno che sondi la mia prostata, mi saresti d'aiuto.
"Per la scienza questo e altro!" e mentre mi risponde abbassa gli occhi sul mio uccello che sta ancora colando gli ultimi fili di sborra sul pavimento.
"Che disastro" dico io mentre gli passo un po' di carta per pulirsi. Lui si asciuga frettolosamente e rimette via il suo uccello ancora tutto umido di sborra. Chiude la patta e si porta verso l'uscita. Poi ci salutiamo, gli do il mio numero e se ne va.
Mi metto a ripulire la sborra e ne trovo dappertutto, ci impiego parecchi minuti e tutta quella sborra mi fa tornare la voglia. Mi stringo il pacco, penso a Marco che un giorno o l'altro potrebbe tornare per un nuovo esperimento, poi lascio lo studio. Ho ancora tutto il pomeriggio libero...
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